sabato 25 gennaio 2014

il popolo del mare

Più o meno sono tutte storie interessanti, ma qualcuna merita proprio di essere trascritta. Tom è americano, da 5-6 anni conduce un ketch di 13 metri in giro per i Caraibi con turisti soprattutto americani. Un'apparente età di 66-68 anni, una parlantina quasi inarrestabile ad indicare, secondo me, una interna, nascosta solitudine ormai incrostata ed irreversibile, in pochi minuti mi racconta della sua origine dal mitico Nantucket, Cap Cod, del suo primo imbarco a 16 anni su una nave oceanografica americana che, raccolti anche due vulcanologi italiani e la loro apparecchiatura a La Spezia, trascorre un intero anno in oceano indiano per ricerche varie, dopo essere stati ricevuti a Monaco dal Principe Ranieri e da Grace Kelly, aver avvistato la lava di Stromboli da 40 miglia di distanza, essere transitati da Suez e quant'altro. Il suo sogno da pensionato? Una casetta a Roma e un ristorantino proprio sotto, dove assaporare il "miglior cibo del mondo". Anche Jim è americano. Lo incontro in cantiere con su una maglietta sporca all'inverosimile ma inequivocabilmente proveniente da Stromboli! Lo fermo, mi racconta nei esserci passato 9 anni prima (!), avendo traversato l'Atlantico da ovest ad est per vivere un paio di anni in Mediterraneo, per poi riattraversarlo di nuovo da est a ovest (come me l'anno scorso) e continuare per il giro del mondo, via Sud Africa!! Giro terminato già da un pò.. Allegro e con un gran sorriso stampato in faccia, molto più 'sistemato' di come faceva intendere la suddetta maglietta, gli chiedo delle Galapagos, delle Marchesi, dei venti incontrati, di come e dove si potrebbe lasciare la barca in caso di traversata del Pacifico. In dieci minuti faccio anche io mezzo giro del mondo con lui.. Luigi invece è italiano. Grossista di pesce a Milano, dopo l'ennesimo furto subìto, molla tutto in 24 ore e con la moglie parte a vela. Senza figli, ha già veleggiato 4 anni lungo le coste del Brasile. Parliamo di pirati, presenti anche in qualche area di quell'enorme Paese tipo l'amazzonia, ma che lui è riuscito sempre ad evitare navigando anche a 3-400 miglia dalla costa, di meteo sudamericano, di altre rotte meridionali. Altri ne incontrerò, di altri ne racconterò..

lunedì 20 gennaio 2014

che emozione tornare in oceano! da Trinidad a Grenada

La zattera di emergenza è arrivata dopo cena, quando ormai eravamo rassegnati ad aspettare un altro giorno a Trinidad, piantati in cantiere, senza altro da fare che aspettare.. Trinidad ha le sue attrazioni, ma è più famosa per il carnevale (e relativa "turbolenza" popolare) che per altro. Noi avevamo già visitato il "Pitch Lake" non proprio un lago, ma un'area vasta circa un km dove da sempre il petrolio emerge allo stato quasi solido e viene estratto con le ruspe. Tra le zolle di nero che sembra asfalto si raccoglie dell'acqua piovana purissima dove si può anche fare un guazzetto fresco e piacevole, e la distesa viene usata dalle aquile di mare per spolpare le loro prede in santa pace, e dagli avvoltoi che aspettano il turno per divorarne i resti. Un posto decisamente originale. E poi la Riserva di Caroni, una ampia distesa di canali e mangrovie, regno di ogni sorta di granchi, serpenti e anfibi, dove migliaia di uccelli si radunano al tramonto come per raccontarsi la loro giornata di pesca nell'oceano.
A questo punto eravamo più che pronti a partire, ma rassegnati ad aspettare ancora un giorno, e Invece la zattera ė arrivata, inaspettatamente, bella revisionata e impacchettata, con tante scuse per problematiche misteriose comunque superate, con un conto doppio del normale, ultima definizione necessaria e indispensabile per affrontare qualunque navigazione, figuriamoci 80 miglia di oceano aperto fino a Grenada e sei mesi di navigazioni tra miriadi di isole, coralli e pericoli vari.
Comunque sia, paghiamo con un sorriso un pò tirato, considerati i quattro giorni di telefonate e maledizioni varie, carichiamo tutto, facciamo dogana (alle 22!), e andiamo a dormire, si fa per dire, con l'eccitazione e la stanchezza che ci troviamo addosso. Sveglia puntata alle 5:30 per riuscire ad arrivare all'ormeggio a fine traversata con la luce del giorno.
La mattina dopo siamo un pò stonati ma concentrati e determinati. Affrontiamo la 'Boca' più vicina, un breve, stretto tratto di mare tra Trinidad e la più vicina delle isolette che in fila indiana la separano dal Venezuela, e siamo subito fuori, in Atlantico. Un'alba piovigginosa, spettacolare, gorghi incredibili di corrente nera sotto la barca, nuvole, acqua e arcobaleni in cielo. Subito l'aliseo, teso, di traverso stretto, e l'onda lunga al mascone. Una navigazione non proprio comoda, a tratti bagnata, parecchio stancante. Barche incrociate molto poche, tutte pacifiche, di pirati neanche l'ombra. Non è che siano episodi tanto frequenti, ma dal Venezuela erano arrivate notizie non tanto buone e un minimo di apprensione comunque c'era..
Una lunga traversata, fiocco olimpico e due mani di terzaroli, sempre sugli 8 nodi di velocità media. Si timona a turno, e anche il pilota automatico fa la sua parte. Arrivati quasi a destinazione, un groppo di quelli giusti, pioggia e 40 nodi di raffica, tanto per accoglierci al meglio e invitarci in fretta al primo ancoraggio disponibile, a Prickly Bay. Siamo piuttosto distrutti e cotti dal vento e dal sole. Giuseppe (Niki) il marinaio felice al suo primo oceano, Paola, la meno "velica" dell'equipaggio, bruciata dal sole, ha comunque resistito benissimo, Carmelo, un pò appesantito dai kg e dai postumi di un piede rotto, ha fatto egregiamente la sua parte, tranquillo e perfettamente a sua agio. Il vostro capitano stanco ma finalmente felice di essere di nuovo in navigazione..
Doccia e cena, alle 8 siamo tutti a dormire, 10-11 ore di sonno basteranno, forse, a rimetterci in sesto..

mercoledì 8 gennaio 2014

tutti a bordo...si salpa !


AUGURI a Bulbo Matto, al suo Capitano Fulvio e al marinaio Giuseppe! E a tutti gli amici che saranno nostri ospiti della stagione 2014 e anche a quelli che ci seguiranno da casa!! Dopo la consegna della bandiera della traversata Atlantica ARC 2012 nelle mani del Presidente del Club Lauria Andrea Vitale, nostro sponsor, la barca è quasi pronta a Trinidad, l’equipaggio sta per raggiungerla e così i primi ospiti, Paola, Carmelo, Franco e Nina. Una prima navigazione abbastanza impegnativa, 85 miglia, fino a Grenada, e poi via via tutti i Caraibi, Piccole e Grandi Antille. Prima, rotta da sud a nord verso le British Virgin Islands, poi da est verso ovest, verso Cuba, infine nuovamente da nord verso sud, fino a Panama. Circa 2000 miglia, forse 100 e più isole, più di 20 ospiti già confermati col volo prenotato e tutto. Una vacanza-lavoro per me e per Giuseppe, intensa, affascinante, impegnativa. Tanti amici attesi e tanti altri da incontrare nelle baie, nei marina, sui sentieri, su per la foresta pluviale. Luoghi di natura rigogliosa, a terra come a mare, di genti semplici e accoglienti, di paesini tipici e colorati. Veleggiate calde, veloci, tramonti incantevoli, spiagge a volte turistiche a volte deserte, storia di colonizzazioni e di battaglie navali, fortezze e fattorie storiche. Un mondo da esplorare e conoscere. Tradizioni a noi sconosciute, tutte da cercare, da  assaporare. Arti e artigianato. L’eccitazione è grande e l’emozione incontenibile. Ve ne racconteremo strada, anzi rotta facendo, con foto e video. Ancora auguri e Buon Vento a tutti